sabato 25 maggio 2013

Fabio Gandolfi. Sulle orme di Roma Antica: il territorio fra le vie Nomentana e Salaria a Nord del fiume Aniene in Età Romana. 3/3. Montesacro. Vigne Nuove

Il territorio fra le vie Nomentana e Salaria a Nord del fiume Aniene in Età Romana. 3 (fine)

Montesacro. 1)”doctos deinde nullam scelere religionem exsolui, Sicinio quodam auctore iniussu consulum in Sacrum montem secessisse. Trans Anienem amnem est, tria ab urbe milia passuum.” (Livio II;32) .Traduzione: “avvertiti ( i plebei N.d.A.) che non si sarebbe sciolto un vincolo sacro con un delitto, un certo Sicinio fu autore senza autorizzazione del Senato della secessione sul monte Sacro. Si trova al di là del fiume Aniene, a tre miglia dalla città.” 2) “λοχαγούς τε ἑτέρους καὶ περὶ πάντων ἄρχοντα τὸν Σικίννιον ἀποδείξαντες, ὄρος τι καταλαμβάνονται πλησίον Ἀνίητος ποταμοῦ κείμενον, οὐ πρόσω τῆς Ῥώμης, ὃ νῦν ἐξ ἐκείνου Ἱερὸν ὄρος καλεῖται” (Dionigi di Alicarnasso VI;45).  Traduzione: “Rendendo (i plebei N.d.A.) noti tra gli altri i centurioni e tra tutti il capo Sicinio, occuparono un monte vicino a dove si trova il fiume Aniene, non lontano da Roma, che si chiama monte Sacro da allora.” 3)”Videmus item paucis annis post reges exactos, cum plebes prope ripam Anionis ad tertium miliarium consedisset eumque montem, qui Sacer appellatus est, occupavisset, M. Valerium dictatorem dicendo sedavisse discordias, eique ob eam rem honores amplissumos habitos et eum primum ob eam ipsam causam Maxumum esse appellatum.” (Cicerone “Bruto”;54). Traduzione: “Vediamo dunque che poco dopo la cacciata dei re, essendosi la plebe stabilita vicino alla riva dell'Aniene al terzo miglio e a quel monte che è chiamato Sacro, il dittatore Valerio discorrendo avesse sedato le discordie, e per ciò gli furono tributati grandissimi onori ed egli per primo per questa stessa ragione venisse chiamato Massimo.” 4)”Regibus exactis plebs dissidens a patribus iuxta ripam fluminis Anienis in colle, qui sacer appellatur, armata consedit, eratque non solum deformis, sed etiam miserrimus rei publicae status, a capite eius cetera parte corporis pestifera seditione divisa.”(Valerio Massimo “Detti e Fatti memorabili” VIII; 9). Traduzione: “Cacciati i re la plebe dissidente dai Senatori si stabilì in armi vicino alla riva del fiume Aniene sul colle che viene chiamato Sacro e la condizione dello Stato era non solo deforme ma anche miserrima, diviso per pestifera discordia dalla sua testa al resto della parte del corpo.” 5)”Sacer mons trans Anienem fluvium ultra tertium miliarum appellatur,quia Iovi fuit consecratus.” (Festo ”De verborum significatione”). Traduzione: “Viene chiamato monte Sacro al di là del fiume Aniene oltre al terzo miglio, poichè fu consacrato a Giove.” 6)”Placuit igitur oratorem ad plebem mitti Menenium Agrippam, facundum uirum et quod inde oriundus erat plebi carum. Is intromissus in castra prisco illo dicendi et horrido modo nihil aliud quam hoc narrasse fertur: tempore quo in homine non ut nunc omnia in unum consentiant, sed singulis membris suum cuique consilium, suus sermo fuerit, indignatas reliquas partes sua cura, suo labore ac ministerio uentri omnia quaeri, uentrem in medio quietum nihil aliud quam datis uoluptatibus frui; conspirasse inde ne manus ad os cibum ferrent, nec os acciperet datum, nec dentes quae acciperent conficerent. Hac ira, dum uentrem fame domare uellent, ipsa una membra totumque corpus ad extremam tabem uenisse. Inde apparuisse uentris quoque haud segne ministerium esse, nec magis ali quam alere eum, reddentem in omnes corporis partes hunc quo uiuimus uigemusque, diuisum pariter in uenas maturum confecto cibo sanguinem. Comparando hinc quam intestina corporis seditio similis esset irae plebis in patres, flexisse mentes hominum.” (Livio II;32).Traduzione: “Sembrò dunque opportuno inviare presso la plebe l'oratore Menenio Agrippa, uomo eloquente e caro alla plebe perchè originario di essa. Egli entrato nell'accampamento si dice che narrasse in quel modo antico e severo di parlare nient'altro che ciò: in un tempo in cui l'uomo, non come ora, concordavano tutte le parti in un unico organismo, ma una decisione singola per ogni singola membra, fu il suo discorso, si richiedeva ogni cosa per il ventre alle rimanenti parti indignate, con la loro propria cura, il loro lavoro e il loro servigio, mentre il ventre usufruiva comodamente nient'altro che dei piaceri procurati; compirono che avrebbero cospirato, allora né le mani avrebbero portato il cibo alla bocca, nè la bocca avrebbe preso ciò che gli fosse dato, nè i denti ciò che avrebbero preso. Con questa rabbia, mentre volevano domare il ventre con la fame, erano giunti le stesse membra e tutto il corpo ad estrema consunzione. Quindi era apparso che anche il lavoro del ventre non era minore, nè maggiore del cibo che lo nutriva, restituendo in tutte le parti del corpo il sangue vigoroso, ciò per il quale viviamo e abbiamo vigore, distribuito equamente nelle vene, per il cibo digerito. Paragonando quanto questa rivolta interna del corpo fosse simile all'ira della plebe contro i Senatori, avrebbe persuaso i propositi degli uomini.” 7)Ἐπειδὴ ταῦτ´ ἐψηφίσαντο, βωμὸν κατεσκεύασαν ἐπὶ τῆς ἀκρωρείας, ἐν ᾗ κατεστρατοπέδευσαν, ὃν ἐπὶ τοῦ κατασχόντος αὐτοὺς τότε δείματος ὠνόμασαν, ὡς ἡ πάτριος αὐτῶν σημαίνει γλῶσσα, Διὸς Δειματίου· ᾧ θυσίας ἐπιτελέσαντες καὶ τὸν ὑποδεξάμενον αὐτοὺς τόπον ἱερὸν ἀνέντες, κατῄεσαν εἰς τὴν πόλιν ἅμα τοῖς πρέσβεσιν. (Dionigi di Alicarnasso VI;90). Traduzione: “Dopo aver concordato (i plebei N.d.A.) queste cose (l’elezione dei Tribuni della Plebe e degli Edili Plebei N.d.A.), eressero un altare in cima al monte, sul quale si erano accampati, essendo stati posseduti dalla paura lo chiamarono, come la loro lingua patria indica, di Giove Terrifico; compiendo sacrifici e consacrando il medesimo sacro luogo che li aveva accolti, ritornarono in città insieme agli ambasciatori.” 8)“Sacer mons appellatur trans Aniem, paullo ultra tertium miliarum; quod eum plebes, cum secessiset a patribus, creatis Tribuni plebis, qui sibi essent auxilio, discendentes Iovi consacraverunt.” (Festo: “De verborum significatione”). Traduzione: “Viene chiamato monte Sacro oltre l’Aniene, poco oltre il terzo miglio; poiché le plebi, durante la secessione dai senatori, essendo stati creati i Tribuni della plebe a loro protezione, scendendo lo consacrarono a Giove.” 9)“ἑαυτοὺς παρέχειν πρεσβευτὰς εἵλοντο δέκα τοὺς ἐπιφανεστάτους τῶν πρεσβυτέρων, ἐκτὸς ἑνὸς ἅπαντας ὑπατικούς. Οἱ δ´ ἀποδειχθέντες ἦσαν οἵδε· Ἀγρίππας Μενήνιος Γαΐου υἱὸς Λαινάτης, Μάνιος Οὐαλέριος Οὐολούσσου υἱὸς - - - Πόπλιος Σερουίλιος Ποπλίου υἱὸς - - - Πόπλιος Ποστούμιος Κοίντου υἱὸς Τούβερτος, Τῖτος Αἰβούτιος Τίτου υἱὸς Φλαούιος, Σέρβιος Σολπίκιος Ποπλίου υἱὸς Καμερῖνος, Αὖλος Ποστούμιος Ποπλίου υἱὸς Βάλβος, Αὖλος Οὐεργίνιος Αὔλου υἱὸς Καιλιμοντανός.” (Dionigi di Alicarnasso VI;69). Traduzione: “Elessero (i Senatori N.d.A.) dieci ambasciatori che si erano messi in mostra tra i più anziani, tutti consoli tranne uno. Quelli stabiliti furono questi : Agrippa Menenio Lanato, figlio di Gaio, Manio Valerio figlio di Vulusio…Publio Servilio figlio di Publio…Publio Postumio Tuberto figlio di Quinto, Tito Ebuzio Flavio figlio di Tito, Servio Sulpicio Camerino figlio di Publio, Aulo Postumio Balbo figlio di Publio, Aulo Verginio Celimontano figlio di Aulo.”
Vigne Nuove.  “Sed revocato rursus impetu aliquid secretioribus latebrae ad colligendum animum desideravit, et offerente Phaonte liberto suburbanum suum inter Salariam et Nomentanam viam circa quartum miliarum, ut erat nudo pede atque tunicatus, paenulam obsoleti coloris superinduit adopertoque capite et ante faciem optento sudario equum inscendit, quattuor solis comitantibus, inter quos et Sporus erat. Statimque tremore terrae et fulgure adverso pavefactus audiit e proximis castris clamorem militum et sibi adversa et Galbae prospera ominantium, etiam ex obviis viatoribus quendam dicentem: 'Hi Neronem persequuntur', alium sciscitantem: 'Ecquid in urbe novi de nerone?' Equo autem ex odore abiecti in via cadaveris consernato detecta facie agnitus est a quodam missicio praetoriano et salutatus. Ut ad deverticulum ventum est, dimissis equis inter fruticeta ac vepres per harundineti semitam aegre nec nisi strata sub pedibus veste ad aversum villae parietem evasit.” (Svetonio”Vita dei Cesari :Nerone”; 48). Traduzione: “Ma (Nerone N.d.A.) frenato di nuovo questo impeto cercò un rifugio più sicuro per riprendere coraggio, e al liberto Faonte che offriva la sua villa suburbana tra la via Salaria e Nomentana a circa quattro miglia, come era scalzo e con la tunica addosso indossò un mantello dal colore sbiadito e con il capo coperto e con un fazzoletto davanti al volto salì a cavallo, con soli quattro accompagnatori, tra i quali vi era anche Sporo. E subito spaventato da una scossa di terremoto e da un fulmine caduto vicino udì dall'accampamento più vicino le grida dei soldati che auguravano buona sorte a Galba e cattiva sorte a lui, anche dai passanti incontrò qualcuno che diceva: “Questi inseguono Nerone”, un altro che chiedeva: ”Cosa c'è di nuovo in città su Nerone ?” Ma poi impennato il cavallo a causa dell'odore di un cadavere abbandonato sulla strada scoperto il viso fu riconosciuto e salutato da un pretoriano in congedo. Appena giunti ad un viottolo, abbandonati i cavalli tra frutteti e rovi attraverso il sentiero di un canneto a stento e se non con la veste sotto i piedi giunse al muro posteriore della villa.”

          
                                                                                                       


                                                        Fabio Gandolfi  






Questo articolo è riproducibile, del tutto o in parte, avendo però cura di citare chiaramente l'autore e le fonti.

         








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