Il
territorio fra le vie Nomentana e Salaria a Nord del fiume Aniene in Età Romana. 1 *
Le vie Salaria e Nomentana.La Salaria, antichissima via
protostorica per il commercio del sale che attraversava il territorio della
Sabina, partiva da Porta Collina sita sulle mura “Serviane” (in realtà
costruite nel 378 a.C. dopo il sacco di Roma da parte di Brenno, re dei Galli Senoni
avvenuto nel 390 a.C., come ci dice Livio (1)) ,attraversava da sud l'Aniene
mediante il “Pons Anienis”* (costruito
nel IV secolo a.C.) nei pressi del quale si incontrano i resti di un sepolcro
detto di Caio Mario (anche alcune fonti storiche lo pongono all'incirca in
questo luogo) che, secondo la tradizione, venne violato da Silla, acerrimo
rivale di Mario (questi furono due dei
protagonisti delle sanguinose guerre civili combattute alla fine della
Repubblica dove Caio Mario era leader dei populares,cioè del partito che
difendeva le istanze della plebe e Cornelio Silla degli optimates,cioè del
partito che difendeva i privilegi dell'aristocrazia),disperdendo le sue ceneri
nell'Aniene. Del sepolcro rimangono solo alcuni pezzi, molti di essi furono asportati
e riutilizzati da Papa Clemente VIII per la costruzione della Basilica
Lateranense. Una derivazione dalla via consolare raggiungeva la città di Fidenae e, dopo aver incontrato un sito presso Castel
Giubileo, attraversava Septem Balnea (odierna Settebagni) e si univa alla
Nomentana ad Eretum, presso Monterotondo, per poi proseguire con alcune
diramazioni e finire sull'Adriatico presso l'odierno Porto d'Ascoli. La
Nomentana, invece,la quale similmente alla Salaria iniziava da Porta Collina,
oltrepassando da sud l'Aniene a Ponte Nomentano (costruito nel II secolo a.C. e
tuttora esistente con rifacimenti di età posteriori) raggiungeva l'antichissimo
borgo di Ficulea, prendendo quindi in un primo tempo il nome di “via
Ficulensis”,come ci riporta sempre Livio:” Via Nomentana, cui tum Ficulensis
nome fuit" - la via Nomentana, il cui nome una volta fu Ficulense (Livio:
“Storia di Roma dalla sua fondazione” III;53), fino a quando venne prolungata a
Nomentum (situata nella odierna riserva naturale di Nomentum, presso Mentana)
prendendo l'attuale nome per poi giungere ad Eretum e unirsi così alla
Salaria.Come vedremo tutto questo territorio era ricco di villae
suburbanae (più o meno di lusso e
destinate alla residenza temporanea) e di villae rusticae (formate da una parte
padronale e da una parte in cui si lavoravano i ricchi raccolti di questa
terra). *Dell'antico
ponte sul quale la Salaria attraversava l'Aniene non lontano dall'abitato di
Antemnae rimangono pochi resti: due archi di sottorampa e blocchi di travertino
sparsi sulla riva destra del fiume. Sappiamo che il ponte fu distrutto da
Totila nel 544 durante la guerra Gotica-Bizantina e ricostruito dal generale
bizantino Narsete nel 566.Venne pesantemente danneggiato dagli attacchi
francesi alla repubblica romana e dall'esercito pontificio nella difesa di Roma
nel 1867.Nel 1874 venne ricostruito nelle forme attuali. Citiamo
in Appendice un passo di Livio che ricorda il ponte durante l'assedio dei Galli
nel 394 a.C. contro Roma. Capitolo 1: i principali centri toccati
compresi tra le due strade consolari Antemnae. Non lontano dalla Salaria,
posta appena a sud della confluenza dell'Aniene con il Tevere nell'odierna
Villa Ada, sorgeva l'antica città di Antemnae, famosa per aver appoggiato il
ritorno dei Tarquini contro Roma. Prima città ad essere conquistata da Roma,
come narra Virgilio essa fu tra quelle che forgiarono le armi contro Enea: “Quinque
adeo magnae positis incudibus urbes/Tela movent Atina potens,Tiburque superbum,/Ardea,Crustumerique,et
Turrigerae Antemnae.” (Virgilio “Eneide “ VII;629-631). Traduzione:
a tal punto cinque grandi città,/preparati gli incudini, muovono le armi/Atina
la potente, Tibur la superba,/Ardea, Crustumerium e la Turrita Antemnae. Si
trattava di una antica città ma inclusa da Plinio il Vecchio nella lista di città scomparse al suo tempo ( I
Secolo d.C.), in seguito alla sconfitta del suo re Tito Tazio 1).Il
nome della città sarebbe derivato dalla locuzione ante-amnes (davanti al
fiume), secondo Varrone: “item
Antemnae quod ante amnem, qui influit in Tiberim” (Varrone “Lingua Latina” IV;5). Traduzione:
e inoltre Antemnae poichè si trova davanti al fiume, che sfocia nel Tevere.
Nel
sito sono stati trovati segmenti di mura, coperture in tegola, alcune opere
idrauliche, resti di opere votive e in particolare una antefissa con la
raffigurazione di Giunone. Per Dionigi d'Alicarnasso ha origine greca 2);
Secondo Plutarco ha origini sabine 3): Da ricordare, infatti, che la città
subì, con Caenina e Crustumerium, il ratto delle vergini durante la festa a
Roma dei Consualia, indetta in onore di Nettuno. “Caeninenses
Crustuminique et Antemnates erant ad quos eius iniuriae pars pertinebat” (Livio
“Storia di Roma dalla sua fondazione” I;10) Traduzione: Parte dell'ingiuria
riguardava i Caeninensi, i Crustumini e gli Antemnati.E
ugualmente Dionigi d'Alicarnasso 4) Fidenae.
A nord dell'odierno quartiere di Serpentara troviamo il sito di Fidenae.
Antica (probabilmente risalente all’XI secolo a.C.) e prospera città dalla
favorevole posizione per gli scambi commerciali tra sabini e etruschi; della
sua posizione si occupa Dionigi di Alicarnasso: “Ταῦτα διαπραξάμενος ἐπὶ τὴν
Φιδηναίων ἐστράτευσε πόλιν ἀπὸ τετταράκοντα σταδίων τῆς Ῥώμης κειμένην, μεγάλην
τε καὶ πολυάνθρωπον οὖσαν τότε.“ (Dionigi di Alicarnasso “Antichità
Romane” II;53). Traduzione: Compiute
queste cose mosse l'esercito contro la città di Fidenae che si trovava a circa
quaranta stadi da Roma, e in quel tempo era grande e popolosa. Nota: quaranta
stadi corrispondono a circa cinque miglia romane partendo da Porta Collina (1
miglio romano equivale a circa 1480 metri). La
città, non lontana da Veio (situata nell'odierno Parco Naturale di Veio), entra
presto nell'influenza etrusca e ci vorranno diverse guerre combattute da Roma
nell'arco di tempo di circa 300 anni, prima di essere assoggettata
definitivamente, nel 435 a.C. Sulla sua origine gli autori antichi non
concordano. Per Livio era di origine etrusca: “Belli Fidenatis contagione
inritati Veientium animi et consanguinitate - nam Fidenates quoque Etrusci
fuerunt - et quod ipsa propinquitas loci, si Romana arma omnibus infesta finitimis
essent, stimulabat.” Livio I;15 Traduzione:Irritati gli animi dei Veienti per
il contagio della guerra di Fidene e per il legame di sangue- infatti anche i
Fidenati furono etruschi- stimolava, se le armi romane fossero state ostili
verso tutti i vicini, anche per la stessa vicinanza del luogo. Ma
in seguito puntualizza: “Magna pars Fidenatium, ut qui coloni additi Romanis
essent, Latine sciebant”.(Livio I;27) Traduzione: "Grande parte dei Fidenati,
poichè vi furono coloni aggiunti dai Romani, conoscevano il Latino". Per
interpretare i due passi di Livio bisogna considerare la forte influenza che
Fidene subì dall' etrusca Veio e i coloni che i Romani addussero in città dopo
le battaglie vinte. Verosimilmente, però, l’origine della città era latina,
come testimoniato dal rinvenimento di antiche iscrizioni in tale lingua. Per
Dionigi D'Alicarnasso, comunque, era invece di origine sabina 1). Allo
scopo di comprimere l’influenza commerciale di Fidenae, Roma accolse la gens
patrizia di Atto Clauso (poi latinizzato in Appio Claudio) di origine sabina e
proveniente dalla città di Regillo insieme ai suoi 5000 tra familiares e
clientes alla fine del VI secolo a.C.
,donandogli un ampio appezzamento di
territorio a nord tra il Tevere e l'Aniene. La famiglia di Atto Clauso
venne subito accolta nel patriziato romano, formandosi un ramo plebeo non meno
importante di quello patrizio. Così narra l'avvenimento Svetonio 2); E così
invece Livio 3). Per
quanto riguarda i resti visibili, mentre l'acropoli occupata da vari edifici di
culto di cui rimangono alcuni resti, si trova presso Villa Spada, diverse
cisterne ipogee sono state rinvenute presso l'abitato moderno. Septem Balnea. Oltrepassato l'attuale raccordo
anulare incontriamo l'odierno centro di Settebagni, sempre presso la Salaria,
che era il sito abitato dai tutienses
(perchè inizialmente raggruppati intorno al fiume Tutia, l'odierno Fosso di
Settebagni). In epoca tardo repubblicana, venne costruita una enorme villa
imperiale, come sottolineato dal toponimo septem balnea risalente al XIII
secolo. Alcuni resti si trovano lungo il tracciato ferroviario. Dalle pendici e
dal fondovalle provengono materiali edilizi, marmi, ceramiche e statue. Degli
ambienti relativi all'area centrale della villa, non si vede più nulla a causa
della costruzione del centro abitato. Recentemente nella villa si è
identificata la sede della guarnigione imperiale del Praetorium Fidenatium. Eretum. Era la città presso la quale si
congiungevano la Salaria e la Nomentana. L'individuazione del sito è incerta,
lo si pone comunque tra i comuni di Montelibretti e Monterotondo. Virgilio ci
racconta che dalla città, di origine sabina, si spostò parte della popolazione
verso Roma insieme a quella di Nomentum, come accadde per Atto Clauso: “Ecce
Sabinorum prisco de sanguine magnum/agmen agens Clausus magnique ipse agminis
instar,/Claudia nunc a quo diffunditur et tribus et gens/per Latium, postquam
in partem data Roma Sabinis./una ingens Amiterna cohors priscique Quirites, /Ereti
manus omnis oliuiferaeque Mutuscae;”Virgilio “Eneide” VII;706-711 Traduzione: Ecco
dal sangue antico dei Sabini/Clauso che guida una grande schiera/e egli stesso
valore della grande schiera,/sia la tribù che la gens Claudia ora si diffondono/per
il Lazio, dopo che ai Sabini fu data in parte Roma./Un'unica grande coorte
Amiterna e gli antichi Quiriti,/l'intera schiera di Eretum e di Mutusca ricca
di ulivi. Ficulea. Il sito dell’abitato non è certo
ma probabilmente si trovava tra l'attuale via Palombarese e la via Nomentana,
presso la località Marco Simone, dato che in questi luoghi sono stati trovati
alcuni reperti, tra cui un'interessante villa di epoca Repubblicana. Come ci
riporta Livio, la città, di origine latina,fu conquistata sotto Tarquinio
Prisco: “Bello Sabino perfecto Tarquinius triumphans Romam redit. Inde Priscis
Latinis bellum fecit; ubi nusquam ad universae rei dimicationem ventum est, ad
singula oppida circumferendo arma omne nomen Latinum domuit. Corniculum,
Ficulea vetus, Cameria, Crustumerium, Ameriola, Medullia, Nomentum, haec de
Priscis Latinis aut qui ad Latinos defecerant, capta oppida.” Livio I;38 Traduzione:
Conclusa la guerra con i Sabini Tarquinio tornò a Roma trionfante. In seguito
iniziò la guerra con i Prischi Latini; qui non si giunse mai ad una battaglia
definitiva, circondando ogni singola città
sottomise ogni città Latina. Furono conquistate le città di Cornicolum,FiculeaVetus,Cameria,Crustumerium,Ameriola,Medullia,Nomentum,queste
città dei Prischi Latini o che erano passate ai Latini. Nomentum. Situata presso la Riserva Naturale di Nomentum, la città per
Livio aveva origini latine (si veda testo di Livio in “Ficulea”).Per Dionigi
d'Alicarnasso era invece di origine sabina (si veda testo (1) in appendice in
“Fidenae”). Essa venne sottomessa da Roma
nel 338 a.C. Per
quanto riguarda i rinvenimenti archeologici, si trovano avanzi di mura
difensive in tufo, attribuite al IV secolo a.C. Presso l'attuale via Nomentana,
di fronte al parco Trentani, sono stati rinvenuti muri in laterizio, relativi
probabilmente ad alcune botteghe. Crustumerium. Localizzata nella Riserva
Naturale della Marcigliana tra la Salaria e la Nomentana non lontana da
Nomentum, fu tra le città a combattere Enea (si veda la citazione di Virgilio
in “Antemnae”).L'origine del nome è incerta. Ugualmente al suo nome, è incerta
anche la sua origine come città, ma era senz’altro più antica di Roma. Per Diodoro Siculo aveva origini albane (vedi
testo in “Appendice”) ; Per Plutarco era invece di origine sabina (vedi testo
al punto 4 in “Appendice” di “Antemnae”). Anche
Crustumerium partecipò ai Consualia dove si ebbe il ratto delle Sabine, come
narra Livio, ma egli non accenna ad una origine sabina (come citato dal passo
riportato sotto) e, anzi, la cita tra le città latine (vedi passo di Livio in
“Ficulea”): “Multi mortales convenere, studio etiam videndae novae urbis,
maxime proximi quique, Caeninenses, Crustumini, Antemnates; iam Sabinorum omnis
multitudo cum liberis ac coniugibus venit. Invitati hospitaliter per domos cum
situm moeniaque et frequentem tectis urbem vidissent, mirantur tam brevi rem
Romanam crevisse” Livio I-9 Traduzione: Giunsero molte persone, anche per
desiderio di vedere la nuova città, soprattutto i più vicini, i Caeninensi, i
Crustumini e gli Antemnati; anche tutta la folla dei Sabini giunse con i figli
e le mogli. Invitati con ospitalità in casa ,avendo visto il luogo,le mura e
quante case ci fossero, ammirarono in quanto breve tempo Roma fosse cresciuta.Per
Plinio, era una delle città scomparse al suo tempo (si veda punto 1 in
“Appedice” in “Antemnae”). La
città venne conquistata da Roma nel 499 o 495 a.C. Facendo aumentare così le
tribù di Roma da 17 a 21. Riguardo
i resti archeologici, mancano scavi sistematici sul territorio, quindi sono
stati rinvenuti solamente grossi frammenti dell'asse viario e corredi funebri
presso la grande necropoli di Monte Del Bufalo.
*
Pubblichiamo
con grande soddisfazione la prima puntata di questo interessantissimo ed
approfondito lavoro di un amico della nostra Associazione: Fabio Gandolfi,
giovane studioso e ricercatore romano, che sentitamente ringraziamo.
Prossimamente
le altre parti.
Carlo O. Gori
Inedito: questo articolo è riproducibile parzialmente o totalmente solo previo consenso dell'Autore.
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